Perché Siamo Ossessionati dalle Notizie Durante i Conflitti? La Psicologia Dietro il Doomscrolling
Israele, Iran, Ucraina, Gaza: ogni volta che esplode una nuova tensione geopolitica, accade qualcosa di tremendamente familiare. Scrolliamo compulsivamente tra le notizie, anche nel cuore della notte, con il cuore in gola e lo smartphone incollato alle mani. Non riusciamo a smettere. Ma perché succede? Perché continuiamo a immergerci in un flusso continuo di informazioni ansiogene, pur sapendo che ci stanno logorando?
La risposta ha a che fare con il modo in cui il nostro cervello, evoluto per la sopravvivenza, si trova oggi sommerso da stimoli digitali che giocano con le sue paure più profonde. E con il modo in cui social media e algoritmi sfruttano tutto questo per tenerci agganciati.
Il Bias della Negatività: Quando la Paura Attira la Nostra Attenzione
L’essere umano ha un radar finissimo per tutto ciò che è pericoloso. In passato, serviva a sopravvivere. Oggi, questo istinto si manifesta attraverso il negativity bias, la tendenza a dare maggiore peso a contenuti negativi rispetto a quelli positivi. È il motivo per cui titoli tragici, esplosioni e dichiarazioni di guerra attirano automaticamente il nostro sguardo, molto più di una buona notizia.
L’amigdala, la zona del cervello responsabile della risposta alla paura, si attiva come se il pericolo fosse reale e vicino, anche se stiamo semplicemente leggendo sul telefono, al sicuro nel nostro salotto. E più ci esponiamo a questo tipo di notizie, più restiamo in uno stato di allerta perenne.
Perché l’Incertezza Genera Dipendenza dalle Notizie
Quando il mondo sembra instabile, il nostro cervello cerca disperatamente informazioni per tentare di dare un senso agli eventi. Sfortunatamente, queste informazioni spesso cambiano da un momento all’altro, creando un circolo vizioso. Ogni aggiornamento diventa una piccola “dose” di controllo apparente, nella speranza (quasi mai realizzata) di sentirsi rassicurati.
In realtà, più cerchiamo notizie per calmare l’ansia, più finiamo per alimentarla. È come grattarsi una ferita: all’inizio dà sollievo, poi la peggiora.
Doomscrolling: L’Infodipendenza del Nuovo Millennio
Il doomscrolling è quel comportamento che ci spinge a scorrere senza fine notizie negative, anche quando sappiamo che ci fanno stare male. È un’abitudine che ha preso piede soprattutto durante la pandemia, ma che riemerge ogni volta che il mondo sembra in fiamme. I social, con la loro struttura a feed infinito, rendono questo comportamento ancora più incalzante.
Il cervello interpreta ogni “swipe” come un’azione utile, che porta potenzialmente una nuova informazione cruciale. Questo attiva un circuito di ricompensa simile a quello del gioco d’azzardo o dello shopping compulsivo. L’attesa di qualcosa di importante può diventare più stimolante del contenuto stesso.
Emozioni Contagiose: Come Ci Influenzano i Social
Le emozioni si trasmettono rapidamente online, ed è scientificamente provato. Quando nel nostro feed vediamo paura, rabbia o tristezza, tendiamo ad assorbirle inconsciamente. È quello che in psicologia viene definito contagio emotivo.
Anche se non conosciamo direttamente le persone che parlano del conflitto o esprimono angoscia, il semplice contatto visivo o testuale con il loro contenuto ci coinvolge. E più interagiamo con post carichi emotivamente, più i social ci proporranno contenuti simili, creando un effetto a spirale.
Algoritmi ed Echo Chamber Negativa
I social network e i portali di news sono programmati per massimizzare la nostra attenzione. E come lo fanno? Mostrandoci ciò che crea maggiori reazioni emotive: paura, indignazione, shock.
Clicchi su una notizia tragica? Te ne verranno proposte altre dieci. Commenti un post pieno di tensione? L’algoritmo registra il tuo coinvolgimento e replica. Così resta intrappolati in una camera dell’eco negativa, dove il mondo sembra più oscuro e minaccioso di quanto sia realmente.
Stai Esagerando con le Notizie? Ecco i Campanelli d’Allarme
È facile non accorgersi quando l’informarsi con attenzione si trasforma in dipendenza informativa. Se ti riconosci in questi segnali, forse è il momento di fermarti un attimo:
- Controlli le notizie appena ti svegli e prima di dormire
- Hai bisogno costante di sapere cosa sta succedendo
- Il tuo umore peggiora dopo aver letto il feed
- Ti senti ansioso quando non puoi controllare il telefono
- Hai difficoltà a concentrarti senza interromperti per cercare aggiornamenti
Troppa Informazione Fa Male alla Salute Mentale
Esporsi continuamente a notizie di guerra, catastrofi e tensioni può generare ansia cronica, senso di impotenza, disturbi del sonno e una percezione distorta del mondo. Le ricerche dimostrano che la continua stimolazione negativa può influenzare l’umore in modo significativo, rendendo più cupa la visione della realtà anche laddove non esiste un pericolo diretto.
Strategie per Disintossicarsi dal Flusso Tossico delle Breaking News
L’obiettivo non è smettere di informarsi, ma farlo con lucidità e rispetto per il proprio equilibrio. Ecco alcune abitudini utili:
- News fasting: stabilisci due momenti precisi della giornata in cui leggere le notizie, con un limite di tempo
- Una sola fonte: affidati a una testata di qualità per evitare il circolo compulsivo di clic
- Routine serale digitale: spegni notifiche e smartphone almeno un’ora prima di andare a letto
- Respira e centrati: quando senti l’impulso di controllare le news, fermati e fai un esercizio di respirazione consapevole
Da Spettatori Passivi ad Agenti Attivi
Una delle migliori risposte psicologiche allo stress da notizie è trasformare la passività in partecipazione. In psicologia si parla di coping attivo, cioè l’idea di affrontare l’ansia attraverso comportamenti concreti. Può significare sostenere economicamente associazioni umanitarie, condividere contenuti costruttivi, o organizzare spazi di dialogo nella propria comunità. Piccole azioni che ci restituiscono il senso di essere parte di qualcosa, con uno scopo. E ci permettono di trasformare l’ansia in energia utile.
Ritrovare l’Equilibrio in un Mondo Caotico
Il nostro cervello è programmato per metterci in allerta davanti ai pericoli. Nulla di sbagliato in questo. Ma quando l’allerta diventa uno stato mentale costante, è necessario fermarsi e riconnettersi con se stessi. Imparare a filtrare le notizie, scegliere fonti affidabili e tutelare la propria salute mentale è oggi un atto di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri. Solo così possiamo abitare l’informazione senza esserne travolti.
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